Il metano ti dà una mano. Soprattutto perché unisce a un’efficienza analoga a quella di altri carburanti, un impatto ambientale inferiore soprattutto rispetto all’immissione nell’aria di polveri sottili (i famigerati PM10). Ma è la burocrazia italiana che non dà una mano al metano, sistemando qua e là dei paletti, relativi in particolare al momento del rifornimento, spesso sconosciuti in altri paesi europei. Uno dei principali in tal senso era costituito dal self service: nel nostro paese, infatti, viene sempre richiesta la presenza di un operatore, cosa che rende più macchinoso il rifornimento e soprattutto impedisce il funzionamento degli impianti oltre la soglia di chiusura.
Ma le leggi, al pari dei costumi, cambiano. E il decreto che dovrebbe andare a prendere il posto di quello attualmente in vigore sta facendo passi avanti. Anzi, ormai è quasi giunto a destinazione: lo scorso 21 gennaio è terminato il periodo di consultazione in Commissione Europea dello schema di decreto che rende possibile il rifornimento di metano in modalità self service. Il testo ha superato il vaglio europeo senza ulteriori osservazioni e variazioni e adesso attende soltanto le firme dei due ministeri competenti (quelli dei due vicepremier Salvini e Di Maio: rispettivamente Interno e Sviluppo Economico) per poter poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e, dopo 30 giorni da quella data, entrare in vigore.