Il nuovo coordinatore della divisione Federauto Trucks, Gianandrea Ferrajoli intervistato da “Il Sole 24 Ore”, spiega come per promuovere la ripresa del settore Automotive, è fondamentale dirigersi verso nuovi prodotti che offrano innovazioni utili alla sicurezza ed alla ecosostenibilità dei mezzi.
di Augusto Grandi
L’incremento è inferiore per la Germania (+16,2%), per la Francia (+13,9%), per la Gran Bretagna (+3,7%) e per la Spagna (+17,6%), ma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, sottolinea come i volumi italiani siano diventati particolarmente bassi dopo la crisi del 2008. E le immatricolazioni italiane di febbraio sono meno della metà rispetto a quelle francesi (oltre 37mila) e molto lontane da quelle tedesche (più di 25mila), ma inferiori anche a quelle inglesi e spagnole. Considerando il bimestre, l’Italia cresce del 27,1% rispetto ad un mercato europeo in progresso del 14,8%, ma il nostro Paese è quarto tra i primi 5 mercati, superando la Spagna per poco più di 100 unità.
La crescita è comunque positiva e per Quagliano è stata favorita sia dai super ammortamenti per gli acquisti di beni strumentali, previsti dalla legge di Stabilità, sia dalla nuova “legge Sabatini”. Ma – avverte – perché ci sia un riavvicinamento delle vendite di veicoli commerciali ai livelli ante crisi occorre che le imprese credano davvero alla ripresa. Non bastano, insomma, gli annunci trimestrali. Quanto ai veicoli industriali, l’Italia è stata pesantemente danneggiata «dalla delocalizzazione delle aziende di trasporto, o di alcuni rami, in altri Paesi dell’Unione europea che – assicura il presdiente di Csp – offrono condizioni fiscali e normative decisamente più convenienti».
E Gianandrea Ferrajoli, coordinatore di Federauto Trucks, sostiene che per favorire la ripresa occorrerà puntare su nuovi prodotti che offrano innovazioni utili alla sicurezza ed alla ecosostenibilità dei mezzi. Il settore, ovviamente, in Italia può anche approfittare dell’insufficienza dell’offerta di trasporto merci su rotaia”.
Articolo estratto da “Il Sole 24 ore” del 23/03/2016