Nasce ALIS: l’associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, Guido Grimaldi Presidente dell’Associazione. Transitalia e Smet logistic tra i soci fondatori.
Ufficio stampa
Dallo scorso ottobre è attiva una nuova associazione del trasporto: l’Alis, Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile. Si tratta di una realtà che ha l’ambizioso obiettivo di raccogliere tutti gli operatori, dalla gomma alla rotaia, dalla nave fino al mondo della logistica, degli interporti e dei terminalisti portuali.
Per l’autotrasporto italiano ne fanno parte molti dei “pezzi da 90” del settore: Arcese, Autamarocchi, Lannutti, Smet, Codognotto, Trans Italia, Di Martino, DN logistica. Ma l’associazione si dichiara più che aperta anche ai piccoli operatori. Per il trasporto marittimo, oltre a Grimaldi ci sono – tra gli altri – Caronte&Tourist, TTT lines, Ustica lines e Siremar, a cui si aggiungono operatori ferroviari come Rail cargo e Kombi Verkehr, nonché l’interporto veronese Quadrante Europa (Consorzio Zai). Insomma, non più concorrenza tra le modalità, ma tutti insieme, è
ora di allearsi.
Quali sono gli obiettivi dell’Alis e che vantaggi offre agli associati? Ce lo spiega Guido Grimaldi, presidente dell’associazione. Partiamo dai numeri: quante aziende raccoglie oggi l’associazione? In poche settimane siamo arrivati già ad oltre 400 aziende iscritte, che raccolgono circa 70 mila camion, duemila collegamenti marittimi in tutta Europa solo per le isole, ai quali si aggiungono 100 collegamenti delle Autostrade del mare. In tutto fanno oltre 110 mila lavoratori, diretti e indiretti. Una nuova associazione nel settore: se ne sentiva davvero il bisogno? Sì, perché questa associazione è diversa dalle altre. Il nostro obiettivo è la promozione dell’intermodalità, che è il mezzo più economico, più ecocompatibile e più efficiente per trasportate oggi le merci in Italia e in Europa. La nostra è innanzitutto un’associazione di imprenditori: basta con lo sfruttamento degli associati per garantirsi rendite di posizione. Noi vogliamo innanzitutto far lavorare e far progredire i nostri associati. In che modo? La nostra associazione si muove in due principali direzioni: primo, far incontrare gli imprenditori delle varie modalità per instaurare collegamenti redditizi. Un esempio? Il servizio intermodale in collaborazione con Rail cargo. Che, partendo dalla Germania, mette in collegamento con dei treni Francoforte con Venezia. Da qui i semirimorchi non accompagnati ripartono via nave per Bari o Patrasso, da dove vengono riagganciati ai trattori stradali e ripartono su gomma. Ecco una collaborazione ideale, su lunghe distanza, fra le tre modalità di trasporto. E sa qual è la principale tipologia di merce che viene trasportata? I prodotti refrigerati, con semirimorchi isotermici. Ossia quelli solitamente considerati tra i più difficili da trasportare con l’intermodale. Questo è il futuro. Qual è il vostro secondo obiettivo? Quello del dialogo con le istituzioni, per rappresentare le aziende e far prendere coscienza, anche a livello politico, dell’importanza del nostro settore. Un esempio è costituito dalle Autostrade del mare: l’Ecobonus ieri e il Marebonus oggi, una volta tanto, costituiscono una best practice italiana a livello europeo. Noi stiamo spingendo per renderlo non solo un provvedimento provvisorio legato agli anni 2017, 2018 e 2019, ma definitivo proprio perché utile e produttivo non solo per le aziende, ma anche per l’ambiente e la sicurezza stradale. E lo stesso vale per il Ferrobonus. Sul Marebonus però le associazioni di categoria lamentano che a beneficiare dell’incentivo siano gli armatori e non i trasportatori. Personalmente anch’io ritengo preferibile, come meccanismo, quello del vecchio Ecobonus, ossia un rimborso destinato interamente agli autotrasportatori, piuttosto che uno sconto da applicare sul biglietto della nave. Tuttavia, contro la vecchia formula si è messa di traverso l’Unione Europea, secondo la quale si sarebbe potuto configurare un aiuto di Stato. Il Governo, quindi, in maniera intelligente ha optato per la strada dello sconto e non del rimborso. Sconto che gli armatori si sono impegnati a riversare in buona parte agli autotrasportatori. E anche la piccola parte destinata agli armatori servirà per gli investimenti: nuove rotte, navi più veloci, nuovi servizi a bordo. Sull’intermodalità nave-gomma molto però resta ancora da fare, soprattutto nei collegamenti tra Nord e Sud, in particolare dalla Sicilia. Certo. Ad oggi, nell’ortofrutta, sono ancora troppi gli autotrasportatori che scelgono di risalire lo stivale via terra e non via mare. Secondo le nostre stime sono circa il 40%, contro un 60% che sale via nave. Con tutte le conseguenze sulla legalità e sulla sicurezza che ben conosciamo. Servono quindi più controlli, ma anche un rafforzamento della posizione di molti trasportatori, soprattutto padroncini, oggi vessati dalla committenza. Invece serve rispetto per questo lavoro. Grazie all’Alis ci faremo sentire anche su questo. Il Sud può diventare la “piattaforma logistica naturale” per attirare i traffici dall’Estremo Oriente, in concorrenza con i porti del Nord Europa? Sì, anche se bisogna intendersi. Per porsi in reale concorrenza con i porti del Nord Europa servono investimenti ingenti, che oggi appaiono quasi utopici, con vantaggi reali tutti da verificare per la durata e l’economicità del viaggio. Meglio invece puntare sulle infrastrutture esistenti: il ro-ro sta dando grandi risultati nei porti italiani e non solo e anche dal punto di vista infrastrutturale sono stati fatti molti passi in avanti, come ad esempio a Catania. Nei confronti delle aziende di autotrasporto vi state muovendo anche sul fronte dei servizi? Con la nostra società Alis Service offriamo sconti sul carburante e sui biglietti delle navi, offriamo servizi per il rimborso dei pedaggi autostradali, consulenza legale e altro ancora. Con le società di navigazione, ad esempio, abbiamo istituito uno sconto del 10% per tutti gli iscritti. Inoltre, in collaborazione con Q8, abbiamo lanciato una nuova carta per garantire sconti e pagamenti dilazionati. Ci poniamo in concorrenza con altri operatori, certo: crediamo nel libero mercato, che comporta benefici agli associati. Per troppo tempo gli autotrasportatori, soprattutto i padroncini, hanno dovuto sottostare ad enti più interessati a lucrare su di loro che a offrire effettivi vantaggi. Noi, attraverso una concorrenza leale e trasparente, vogliamo contribuire al superamento di questo schema.