21 Lug Mecar in Corriere della Sera
Sui tir sistema di sicurezza come quello di Formula 1
Nel 1952 l’ingegner Francesco Ferrajoli riesce a unire la sua passione per le auto sportive alla sua personalissima idea di futuro. Siamo negli anni del boom economico, e l’ingegnere ottiene il mandato per distribuire auto e camion Fiat in tutto il salernitano. Sessantadue anni dopo alla guida di quella che era un’azienda nata da un sogno, ci sono i 3 nipoti di Ferrajoli che da qualche anno a questa parte stanno realizzando il sogno del nonno, e dei loro genitori che li hanno preceduti, dando alla Ferrajoli & Co una marcia in più nella distribuzione dei veicoli industriali. Con lo spin off di Fiat da Iveco, infatti, è nata a Nocera Superiore la Mecar. Un’azienda dinamica, che offre soluzioni per il trasporto che trova la sua forza nel lavoro di squadra. Fanno squadra effettivamente i 3 cugini, nipoti del fondatore, Gianandrea, Francesco e Luigi, ognuno di loro con le sue specializzazioni e che forti di esperienze lavorative al di fuori dell’azienda di famiglia sono poi entrati nel core business del loro antenato, aggiungendo al tutto un tocco di modernità e uno spirito competitivo non da poco.
Spirito che, nonostante la crisi, e da quell’isola felice che per la famiglia è il territorio salernitano, quartier generale dell’attività, ha fatto in modo che i cugini cogliessero nuove sfide portando la Mecar a una crescita esponenziale. “Siamo – spiega Gianandrea Ferrajoli, managing director dell’azienda, che ha prima studiato e poi lavorato in Inghilterra specializzandosi in Private Equity per poi tornare in seno alla Mecar nel 2009 – il simbolo di quel Sud vivibile e performante. Infatti, nonostante il periodo non sia florido per nessuno la Mecar si appresta ad aprire la sua quarta sede, la terza in due anni. Dando così vita a un network che ci porta a coprire tutto il Mezzogiorno. La Campania, ovviamente, e poi la Basilicata e anche la Calabria con la nuova sede di Rende, in provincia di Cosenza. Tra l’altro coprendo, per quanto riguarda la Basilicata, la zona di Melfi. Questo è un po’ la nostra scommessa: sostenere l’indotto, fiduciosi delle opportunità della zona”.
E se da settembre questa eccellenza salernitana della logistica si allargherà i suoi confini fino all’estremo Sud con la sede di Rende, è pur vero che sono ormai anni che i Ferrajoli toccano con i loro veicoli industriali tutta l’Europa. “Il nostro portafoglio clienti copre circa il 15 per cento del mercato italiano. Devo dire però che negli ultimi anni molti dei nostri clienti “core” continuano ad affermarsi in campo internazionale. Infatti, le grandi aziende che possiamo annoverare tra i nostri clienti, ormai fidelizzati da anno di lavoro insieme, sono proiettate in Europa, visualizzando un unico grande mercato in cui portare avanti il loro business. A questo punto arriviamo noi”.
Ai non addetti al lavoro forse potrà sembrare facile eppure il lavoro del team della Mecar è fondamentale per garantire un flusso costante dei prodotti dei loro clienti. E proprio parlando di garanzie i 3 giovani Ferrajoli hanno elevato al massimo la percentuale di innovazione dell’azienda di famiglia. “Avete presente – spiega Gianandrea Ferrajoli – quel meccanismo delle spie della Formula 1, che segnalano al box quando un pilota ha un problema di qualsiasi genere? Ecco noi quel sistema l’abbiamo importato sui nostri veicoli. Una volta fornito un veicolo ci occupiamo ovviamente dell’assistenza. Alla rete di officine convenzionate che possono aiutare i nostri clienti praticamente ovunque si trovino, abbiamo aggiunto questo pizzico di tecnologia in più”.
In poche parole parte da qui la nuova frontiera dell’assistenza. Facciamo un esempio. Su un qualsiasi veicolo venduto o noleggiato alla Mecar si accende una spia che segnala un problema, anche piccolissimo. In contemporanea una spia gemella a quella del camion si accende negli uffici di Nocera Superiore. Ecco che il team dei Ferrajoli sa quale vettura ha un problema e può guidare il cliente al più vicino centro di assistenza, risolvendo il problema in remoto. “La cosa bella di lavorare in Mecar è il fermento. Siamo un team molto giovane, con un’età media di 35 anni, che ama il proprio lavoro e che mette il cliente al primo posto. E visto i margini di crescita della nostra azienda direi che i clienti stanno dimostrando di ricambiare questa fiducia”.