27 Mag Notevoli aumenti del costo del gasolio, è ora di investire nel LNG
Il peso delle accise, le fosche previsioni sull’aumento dell’Iva, il braccio di ferro Stati Uniti-Iran e la guerra in Libia tra i motivi dell’aumento del costo del carburante, con oltre 2 euro al litro in autostrada.
La benzina ormai ha raggiunto prezzi record. In autostrada si sono registrati costi fino a 2 euro al litro in certe tratte, mentre nelle principali città il costo medio si aggira attorno agli 1,8 euro al litro per la benzina e gli 1,6 per il diesel.
Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori. L’associazione teme infatti che un tale aumento non sia giustificato dalle quotazioni attuali del petrolio e possa invece essere frutto di speculazioni,come riporta Ansa.
Il ruolo delle accise
Inoltre, fanno sapere ancora dalle diverse associazioni di consumatori, i rincari potrebbero essere anche più alti se dovesse scattare l’aumento delle accise (vere e proprie tasse sul carburante) e dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia. E proprio qui si annidano alcune delle cause principali di questa impennata dei prezzi.
Secondo le stime, le accise e le tasse che lo stato carica sul costo del carburante peserebbero all’incirca per 1 euro ogni litro. Di conseguenza, abbassando il prezzo di queste imposte si ridurrebbe anche il costo del pieno al distributore.
Strategie e diplomazia
Ma le cause dei picchi a cui assistiamo in questi giorni vanno anche ricercate all’estero e nelle difficili relazioni internazionali con i paesi produttori ed esportatori di petrolio. Recentemente, ad esempio, il presidente americano Donald Trump ha deciso di inasprire le sanzioni nei confronti dell’Iran colpendo proprio il suo export petrolifero attraverso l’azzeramento delle esenzioni concesse ai diversi Paesi – Italia compresa – che acquistano petrolio da quello Stato.
In questo modo il prezzo al barile ha raggiunto i 66 dollari, toccando il massimo da sei anni a questa parte e causando un conseguente aumento del carburante. Ma sempre sullo scenario internazionale va segnalata anche la drammatica situazione della Libia, che avendo bloccato le esportazioni di greggio ha portato a una scarsità degli approvvigionamenti e quindi all’aumento delle tariffe, come annunciava il presidente di Federpetroli, Michele Marsigli, qualche settimana fa all’Adnkronos.
Iveco Stralis LNG: il sogno del trasporto sostenibile
L’Iveco Stralis LNG, come detto, è la versione a combustibile naturale del fratello maggiore Iveco Stralis. In particolare, nello Stralis LNG il gas naturale è immagazzinato allo stato liquido all’interno di serbatoi criogenici. Ciò significa che il metano, utilizzato per alimentare il motore, è conservato a -125 °C nei serbatoi, da dove viene indirizzato al motore, dopo essere passato all’interno di uno scambiatore termico.
Il nuovo propulsore di cui sono dotati gli Iveco Stralis a gas naturale prende il nome di Cursor 8 LNG. Una motorizzazione dotata di una potenza di 330 cavalli, con cambio manuale, Intarder e EBS di serie. Questa motorizzazione può essere alimentata sia con gas naturale, una miscela di gas di cui il metano risulta essere presente in percentuale maggiore (84%). Sia a biometano, un combustibile che, avendo subito un ulteriore procedimento di upgrading, cioè di raffinazione e purificazione, possiede una percentuale di metano che può arrivare fino al 98%.
Gli Iveco Stralis a metano, pertanto, sono mezzi che possono coprire applicazione dalle 18 alle 40 tonnellate. Inoltre, la loro versatilità li rende i mezzi ideali per distribuzioni sia di carattere regionale che nazionale. Difatti, la configurazione con 4 bombole CNG da 70 litri e un serbatoio criogenico LNG da 510 litri consente di percorrere oltre 750 chilometri.
Vantaggi economici del trasporto alimentato a LNG
Il trasporto LNG non offre solo vantaggi di natura ecologica. Accanto a questi, infatti, è possibile snocciolare anche vantaggi di natura economica. A partire dalla riduzione dei costi di carburante. Rispetto al diesel, infatti, il gas naturale ha un costo inferiore fino al 40%. In generale, il Total Cost of Ownership, cioè il costo di esercizio del mezzo, può ridursi fino al 10%.
In termini più concreti, le stime hanno permesso di calcolare che su circa 40 mila chilometri percorsi nel corso di un anno per missioni di distribuzione regionale, il risparmio economico che si ricava rispetto a un veicolo alimentato a diesel ammonta a circa 10 mila euro. Tale risparmio diventa ancora maggiore per quanto riguarda missioni di raccolta rifiuti. In questo caso, le stime hanno permesso di calcolare un risparmio fino a 20 mila euro nel corso di un anno.