18 Lug Repubblica.it: Gianandrea Ferrajoli Italia divisa a metà, il metano liquido non arriva a Sud
“In Italia abbiamo appena una decina di stazioni di rifornimento di metano liquido (Lng) e sono tutte a Nord”. È un’amara constatazione quella di Gianandrea Ferrajoli, presidente del Cecra a Bruxelles, l’istituzione che rappresenta il settore dei trasporti e della logistica presso il Parlamento Europeo. Presidente anche di Federauto Trucks nel nostro paese e della Mecar, un service provider per aziende dei trasporti e della logistica, è uno che nonostante i suoi 37 anni conosce bene il settore. E da tempo è al lavoro per denunciare quella che a suo dire è una grave carenza.
La mancanza di stazioni a Sud comporta spese in più per le aziende. Il metano liquido costa il 35 per cento in meno del gasolio. “Ma poi l’Lng – spiega Ferrajoli – provoca meno danni all’ambiente e alla qualità dell’aria che respiriamo”. E senza provvedimenti volti a porre rimedio allo status quo, l’inquinamento aumenterà. “Entro il 2025 circa il 70 per cento delle merci italiane ed europee viaggerà su strada – afferma – E il metano liquido, rappresenta oggi la risposta più efficace, per ridurre, secondo le stime in nostro possesso, del 25 per cento le emissioni di CO2 e di oltre il 90 per cento di NoX e particolato”.
L’Europa ci crede e sta incentivando questo tipo di carburante con progetti come l’Lng Blue Corridors, che ha già fatto crescere il numero di stazioni di rifornimento. “Se ne contano 115 in tutta Europa. E 45 sono in arrivo”, afferma il presidente. In Italia ne sono previste ben cinque, tutte localizzate a Nord. “Da Firenze in giù, a quanto abbiamo inteso, ci sarebbe un problema di costi di approvvigionamento”, commenta. Questo carburante viene importato da paesi come la Francia. “Un problema a cui forse si potrebbe comunque ovviare costruendo dei grandi bunker dove conservarlo dopo averne acquistato in grandi quantità”, afferma il rappresentante del Cecra.
Per ora i paesi del Vecchio Continente più all’avanguardia nell’uso del metano liquido sono i Paesi Bassi e la Spagna. “Ci auguriamo che anche in Italia si riesca a fare un passo in avanti”, prosegue Ferrajoli, che ha saputo rilanciare l’azienda di famiglia, facendola passare dai 18 milioni di fatturato del 2012 ai 55 milioni di euro. Poi, aggiunge: “Noi, come Cecra, stiamo sollecitando anche un disincentivo all’utilizzo dei vecchi mezzi di trasporto Euro3, questo porterebbe all’acquisto di nuovi mezzi, magari a metano liquido”. Oggi sono pochissimi i mezzi che viaggiano a metano liquido, anche perché ci sono poche stazioni e non se ne trovano nel Sud. “Si tratta del classico cane che si morde la coda – afferma il presidente – Se vi fossero le stazioni i mezzi aumenterebbero. Servono politiche che viaggino in questa direzione”.
Articolo estratto da La Repubblica.it del 18.07.2017
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