17 Lug Corriere Innovazione: Gianandrea Ferrajoli “Consegne di notte e su gomma. La rivoluzione della logistica in Italia e nel mondo”.
Il settore della logistica sta cambiando. Ma i clienti mostrano ancora scetticismo sulle nuove modalità d’acquisto in rete, pari solo al 10% delle vendite complessive.
Dalle consegne notturne, ai trasporti su gomma. Passando per un’esperienza di consegna ancora poco a misura del cliente, tanto più esigente quanto più sperimenta le potenzialità del digitale. Il mondo della logistica sta cambiando. Nonostante però il settore delle consegne sia tra i più innovativi al pari dei servizi bancari e di viaggio, i clienti mostrano ancora scetticismo sulle nuove modalità d’acquisto in rete. Alla fine dell’anno le vendite nell’e-commerce varranno 300 miliardi di dollari, pari però solo al 10% delle vendite complessive al dettaglio. E la ragione risiede sostanzialmente nell’assenza di servizi di consegna a misura delle esigenze quotidiane dei consumatori. Il 51% rinuncerebbe ad acquistare online a causa delle scarse opzioni a disposizione nelle modalità di consegna, mentre il 44% sarebbe frenato poiché convinto che la consegna impiegherebbe troppo tempo (Research Now, “How Delivery Can Impact Ecommerce Success”).
«In Italia c’é ancora molto da fare. Solo il 9% dei consumatori si vede offerto un servizio di consegna entro le 9 di mattina, e solo il 6% entro le 19», spiega al Corriere Gianandrea Ferrajoli, Presidente di Mecar. La società italiana opera da 70 anni al fianco delle aziende di trasporti e logistica. «Per risolvere queste ed altre problematiche, gli operatori si concentreranno sull’efficienza del veicolo. Il rispetto delle finestre temporali comunicate al cliente sarà assolutamente centrale. Di conseguenza sarà minimo anche il tempo di consegna consentito ai veicoli. Lo sviluppo della guida autonoma, poi, aumenterà ulteriormente la produttività di questi mezzi, che avranno anche meno obblighi di soste e pause», ragiona Gianandrea Ferrajoli a capo anche del CECRA, l’istituzione che rappresenta il settore dei trasporti e della logistica al Parlamento Europeo di Bruxelles.
Alla logistica e alle vendite in rete era dedicato il numero di giugno del Corriere Innovazione. Come emerso dall’ultimo bilancio di Poste Italiane, lo scorso anno i ricavi da servizi postali e commerciali hanno rappresentato solo l’11,5% del totale. In flessione dell’1,5% e pari a 3,8 miliardi su 33,1 di ricavi complessivi. Il cambio di scenario nel mercato delle consegne è pressochéepocale, anche grazie alla liberalizzazione dei servizi postali e delle vendite in rete. L’e-commerce ha imposto una rivoluzione ai sistemi di consegna, dal cibo all’elettronica, passando per i prodotti per la casa. «Andiamo verso uno scenario in cui si deve migliorare nella logistica dell’ultimo miglio. L’indicazione della tempistica di consegna è cruciale già dal momento decisionale per l’acquisto online. Il magazzino deve essere attivo 24 ore su 24 per spedire le merci. E le consegne devono cominciare ad essere completate anche a tarda notte», spiega Gianandrea Ferrajoli.
Sono già diverse le sperimentazioni di consegne notturne ai negozi, che in Europa stanno portando risultati. L’obiettivo è naturalmente di ridurre la congestione del traffico di giorno e far trovare la merce già pronta a clienti e esercizi commerciali al mattino. A Londra e in Francia la sperimentazione sta lasciando il posto ad una vera prassi. Ad Amsterdam, invece, il programma olandese PIEK sull’abbattimento delle emissioni sonore nei luoghi ad alta densità abitativa, ha contribuito a sviluppare metodologie silenziose di distribuzione. È l’amministrazione locale infatti a dover autorizzare gli operatori del trasporto a realizzare le consegne durante la notte. Lo sviluppo delle consegne notturne, invece, potrebbe esser facilitato aumentando i veicoli elettriciici che sono particolarmente adatti per via del loro bassissimo impatto acustico. Ragiona Ferrajoli: «Il principale beneficio per la collettività è che le consegne notturne aiutano a ridurre il traffico durante il giorno, mentre gli operatori risparmiano sui di tempi di guida, riducendo i costi di conseguenza anche per i negozianti. Ma in Italia siamo molto lontani da questi risultati, anche se l’affermarsi dei magazzini self-service sarà uno dei fattori principali del cambiamento».
Assieme alla tecnologia – di cui ci occuperemo nella prossima scheda – l’ambiente è il fattore rilevante che sta inducendo il settore delle consegne a cambiare l’operatività interna. Rileva Gianandrea Ferrajoli: «Sui grandi corridoi europei i veicoli saranno spinti dal Gas Naturale Liquido (LNG), un carburante che sta prendendo sempre più piede in Europa e che lentamente si sta sviluppando anche in Italia, esclusivamente al Nord, perché porta ad una riduzione stimata del 25% delle emissioni di CO2 e di oltre il 90% di NoX e particolato. Sulla logistica in prossimità delle abitazioni prevediamo invece soluzioni sull’elettrico e sul gas che andranno progressivamente a sostituire le forme energetiche attualmente diffuse».
Se l’ambiente resta centrale nel futuro della logistica, il cambio di scenario nel mercato delle consegne presuppone un alto grado di digitalizzazione. I risparmi generati dall’utilizzo dell’Internet delle Cose (IoT) nella logistica sono stati stimati, in uno studio condotto da CISCO e DHL, in 8 mila miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Connettere alla rete veicoli e pacchi, oltre a fattorini e punti di consegna, rivela l’impatto che l’Internet delle Cose potrebbe avere sulle aziende del settore. Se dall’acquisto dell’auto di proprietà si sta arrivando a spostare l’interesse sull’uso e la capienza dei veicoli già in circolazione, anche le merci potrebbero viaggiare in maniera più intelligente, riempiendo i camion fino all’orlo e ottimizzando i costi. «Monitoraggio e controllo dello stile di guida, invece, potrebbero contribuire a un sostanziale dimezzamento del costo del carburante, portandolo da 21 Litri a 12.3 Litri ogni 100Km», spiega Gianandrea Ferrajoli.
In opposizione al favore di cui gode sull’opinione pubblica lo spostamento del trasporto merci da gomma a rotaia, Ferrajoli – da rappresentante dell’istituzione che rappresenta il settore della logistica a Bruxelles – sostiene come in realtà «la posizione della Commissione UE sul tema è improntata al principio della neutralità tecnologica. Nessuna modalità di trasporto in particolare dev’essere privilegiata o penalizzata». Eppure, secondo Eurostat, se in Italia viaggiano su gomma l’85.5% delle merci, la Germania si ferma al 71.5%, al di sotto della media europea del 75%. E questo consente ai tedeschi di completare una mole annuale di 33 consegne ad abitante, contro le 4 registrate in Italia. Se così la maggior parte delle merciviaggia su strada, il riflesso riguarda il numero di posti lavoro e il valore del fatturato. Lo scorso anno erano oltre 300 mila i lavoratori italiani impiegati nel settore delle consegne, mentre il fatturato del trasporto merci su strada superava i 42 miliardi di euro nel nostro Paese. «Stiamo andando verso soluzioni di inter-modalità, per cui se prima la merce tra Salerno e Valencia arrivava su ruota, adesso un vettore viene utilizzato a seconda dell’esigenza. È desueto sostenere che il treno è meglio, mentre serve l’inter-modalità che si sostituisce alla conflittualità tra i diversi mezzi di trasporto».
Articolo estratto da Corriere Innovazione – Corriere della Sera del 17.07.2017
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